Questo sposo era interessato alla realizzazione di un abito tipicamente cerimonia in stile novecento, per suggellare il giorno più importante della sua vita.
Avendo le idee abbastanza chiare sul tight, il mio obiettivo era quello di indirizzarlo verso il giusto abbinamento tra i tessuti e i colori, e Matteo mi ha dato carta bianca.
Siccome credo che il vero pantalone da tight sia solo quello gessato che vedete in foto (gli altri sono solo copie o interpretazioni non degne di nota), sono partito dalla nuance di colori che offre il pantalone per scegliere una coppia di grigi adatti a realizzare giacca e gilet; siccome Matteo desiderava il rever in raso, abbiamo optato per un grigio più scuro per la giacca ed uno più chiaro per il gilet, entrambi Tasmania di LoroPiana.
Per donare un po’ di “calore” all’abito da sposo in stile novecentesco, avendo usato una camicia off-white, ho preferito una cravatta in color avorio perché spezzasse la freddezza dei grigi scelti.
L'abito da sposo è stato poi definito con bottoni in vera madreperla color naturale, pochette a filo e fiore all’occhiello. Una domanda che mi si pone spesso è: quando c’è il fiore devo o non devo usare la pochette? Come al solito dipende di chi si sta parlando, fisico slanciato o no, sovrappeso o filiforme, etc etc. In generale comunque, ho notato che se si usa la pochette a filo di 0,5 cm sopra la tasca, facendola diventare quindi solo un “punto luce” insieme alla camicia, il risultato risulta armonico e lo preferisco da quelli che decidono di non usarla; non è una regola scritta ma è quello che piace a me.
Lo sposo poi ha completato il look novecentesco con una tuba in feltro nero che si sposa con l’immagine scelta.